Di Fabrizio Verde
Come ampiamente previsto in Afghanistan i Talebani avanzano inesorabilmente con il paese che sprofonda in una nuova fase di instabilità. Un caos intensificato dal ritiro dal paese degli Stati Uniti. Dopo il fallimento dei negoziati tra il governo afghano e i talebani, il gruppo militante ha strappato alle forze governative molti villaggi, paesi, città e centri provinciali anche di rilevanza. Si prevede che entro non molti giorni i talebani possano prendere sotto il loro controllo anche la capitale Kabul.
I talebani, che controllano la maggior parte delle regioni settentrionali ai confini dell’Uzbekistan e del Tagikistan, sono infatti oggi più forti che mai poiché l’invasione degli Stati Uniti, durata due decenni, non ha per nulla rafforzato le istituzioni statali.
Chi è responsabile del caos?
I responsabili anche per l’Afghanistan sono facilmente individuabili: colonialismo e imperialismo. Gran Bretagna e Stati Uniti sono responsabili delle guerre afghane durante tutto il periodo moderno. Queste grandi potenze hanno sfruttato le differenze interne e utilizzato le fazioni sociali e politiche nazionali per i loro interessi.
In primo luogo, i territori afghani fungevano da zona cuscinetto tra l’Impero britannico e la Russia zarista durante l’ultimo quarto del 1800. Per dirla correttamente, l’Afghanistan moderno è una creazione artificiale degli inglesi, che tracciarono confini artificiali.
Lo Stato afghano è composto da molti gruppi etnici divisi come pashtun, kirghisi, tagiki, turkmeni, uzbeki e hazara. Ogni gruppo etnico che compone lo Stato afghano ha parenti nei paesi vicini.
Alla fine, gli inglesi che tagliarono il legame tra il sovrano e i governati crearono un regime dipendente nel paese. Inoltre, c’è una stratificazione etnica nel paese. I pashtun, che controllano sia il governo che i talebani, generalmente dominano gli altri gruppi etnici. Gli inglesi fornirono armi e denaro al regime, che non aveva un forte sostegno sociale, per governare il paese in loro nome.
L’Afghanistan si è inoltre trovato ad essere campo di battaglia di una guerra per procura tra Unione Sovietica e Stati Uniti.
Gli statunitensi per contrastare l’Unione Sovietica intervenuta su richiesta del governo locale sostennero i “mujaheddin” e certo estremismo islamico che invece affermano di contrastare. Insomma, in Afghanistan gettarono le basi che inseguito resero possibile la nascita di gruppi come al-Qaeda.
Per giungere poi all’invasione statunitense dell’Afghanistan nel 2001. Come l’Impero britannico, gli Stati Uniti non sono stati in grado di rimanere nel paese e realizzare i propri obiettivi dichiarati.
Il primo obiettivo era espellere dal Paese i militanti di al-Qaeda e punirli per il loro coinvolgimento negli attacchi terroristici dell’11 settembre. In secondo luogo, i funzionari statunitensi dichiaravano che Washington tentava di porre fine al regime dispotico dei talebani e di contribuire alla costruzione della nazione e al consolidamento democratico del paese.
Dopo i due decenni di invasione, i talebani, alleati di al-Qaeda si apprestano a riprendere il potere. Intanto non si è prodotto alcun avanzamento nel processo di costruzione della nazione, tantomeno nel consolidamento della tanto sbandierata democrazia. Sia la struttura sociale che quella politica sono ancora nel caos. Cioè, gli Stati Uniti non sono riusciti a realizzare nessuno degli obiettivi che avevano dichiarato e così giustificato l’ennesima criminale invasione di un paese.
Tratto da: L’Antidiplomatico