Di Dominella Trunfio
Esiste una correlazione tra l’esposizione pesticidi e l’insorgere del cancro alla prostata. A confermarlo è una perizia scientifica di Anses, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e della salute sul lavoro francese che evidenzia come insetticidi tra cui il clordecone siano dannosi e rischiosi.
Vi avevamo già parlato del clordecone. A novembre scorso la Francia era stata accusata di aver avvelenato Martinica nelle Piccole Antille e altri luoghi suggestivi. Non solo suolo e acqua compromessi, ma anche tanti casi di cancro alla prostata per agricoltori e residenti della zona. Il clordecone è un insetticida della stessa famiglia del DDT, è stato messo al bando nel 1993 ma era stato usato in modo massico dal 1972 in quanto particolarmente efficace contro un coleottero parassita capace di distruggere interi bananeti, una delle principali risorse di quelle terre. La molecola però è un vero e proprio veleno, interferente endocrino riconosciuto, e classificato già nel 1979 dall’OMS come possibile cancerogeno, con diversi studi successivi che indicano il particolare pericolo di esposizione per la prostata. Ma nessuno aveva mai avvisato gli ignari abitanti che l’utilizzo del pesticida sarebbe stato così pericoloso. Adesso l’Anses dà un’ulteriore conferma nella sua valutazione fatta da esperti sull’esposizione ai pesticidi sia nel settore agricolo che non.
La perizia ha concluso che esiste una probabile relazione causale tra il rischio di cancro alla prostata e l’esposizione ai pesticidi, tra cui il clordecone. L’evidenza scientifica sviluppata in questa perizia può ora dare il via libera alla creazione di un elenco di malattie causate proprio dai pesticidi.
Gli esperti hanno preso in esame anche prodotti fitosanitari, biocidi e antiparassitari esterni per uso veterinario e umano partendo da un dato allarmante. In Francia, il cancro alla prostata è il tumore più diffuso tra gli uomini dai 50 anni in poi. È una malattia multifattoriale, incidono sicuramente l’età e la storia familiare, ma anche altri fattori, soprattutto ambientali, come l’esposizione ai pesticidi.
Secondo le stime degli scienziati, il clordecone è responsabile in particolare di circa il 5-10% dei casi di cancro alla prostata nelle Indie occidentali francesi, con un numero compreso tra 50 e 100 nuovi casi all’anno su una popolazione di 800.000 persone. Partendo da aggiornamenti e pubblicazioni scientifiche, in particolare in epidemiologia e tossicologia, gli esperti sono arrivati alla conclusione che i lavoratori che sono esposti a numerosi pesticidi e per tutta la loro vita lavorativa, sono ad altissimo rischio. Così come allevatori e residenti. Eppure ad oggi il cancro alla prostata non è ufficialmente inserito tra le malattie correlate ai pesticidi come lo è ad esempio il morbo di Parkinson. Quindi è veramente complicato per chi si ammala riuscire a dimostrare il nesso di casualità.
Per questo Anses sottolinea che ci sono tutte le evidenze scientifiche per stabilire che i pesticidi influiscono nel sistema endocrino e cita in particolare, la coltivazione delle banane. Il clordecone è stata, infatti, una sostanza utilizzata nei Caraibi francesi come insetticida nelle piantagioni di banane fino a quando non è stata vietata nel 1993. Ora è al centro dell’attenzione pubblica per i suoi effetti sulla salute, in particolare per i lavoratori delle banane, e per il suo impatto ambientale. A seguito di una richiesta del governo, l’ultima valutazione del piano nazionale sul clordecone ha raccomandato di finalizzare “procedure per l’inclusione del cancro alla prostata nell’elenco delle malattie professionali”.
Fonte: Anses, GreenMe
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