Sigfrido Ranucci: il Tar ha aperto una falla inarginabile. Ora ci intimidiscono

Sigfrido Ranucci: il Tar ha aperto una falla inarginabile. Ora ci intimidiscono

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Per il conduttore di Report è un’intimidazione chiedere gli atti

“La sentenza del Tar ha aperto una voragine inarginabile. E costerà tempo, fatica e tanti soldi”. A dirlo è il conduttore di Report Sigfrido Ranucci commentando, in un’intervista a La Stampa, la sentenza del Tar di pochi giorni fa che ha imposto di rendere pubblici gli atti amministrativi di un’inchiesta del programma di Rai3 che svelava i retroscena di alcuni appalti pubblici della Regione Lombardia, di fatto equiparando la Rai a un ente pubblico e non considerandola un’azienda che produce (anche) contenuti giornalistici. “Temo si sia perso il cuore del problema che questa sentenza ha generato – spiega Ranucci –. Le motivazioni della sentenza, con cui si spingono a rendere ostensibili gli atti, sono inaccettabili. Perché gli atti sono fonti. Se io ricevo una mail da un funzionario di un ente locale, questa mail ha un nome e un cognome. Chiedercene conto equivale a intimidazione”. Intanto ieri il legale del viceministro degli Affari esteri della Repubblica d’Albania ha chiesto alla Rai e alla redazione di Report l’informativa della Gdf di Bari che lo riguarda, citando proprio la recente sentenza del Tar. “Dopo la richiesta del viceministro albanese – rivela Ranucci – faremo ricorso un’altra volta. Una follia. E questo significa spese legali enormi. Io credo sia giusto riportare al centro il fatto che né la Rai, né Report producono atti amministrativi. Noi produciamo giornalismo che dovrebbe essere protetto. Invece oggi ci sono i presupposti per equiparare un giornalista Rai a un funzionario pubblico. Ci sarà un effetto slavina. Che ha già provocato danni. Chiunque si potrà accodare e avanzare richieste. Causando perdita di tempo, denaro. Poi qualcuno in Vigilanza si alzerà per chiedere quanto costa in spese legali Report”.

Tratto da: Antimafiaduemila

Cronaca Italia