Julian Assange è stato scagionato da una delle principali accuse per cui si trova tuttora nel carcere britannico di Belmarsh dopo il suo prelievo forzato e illegale dall’ambasciata londinese della Repubblica ecuadoregna. Poi se ne sono accorti il New York Times e, di seguito, dopo l’”autorizzazione”, anche Repubblica e il manifesto.
Il pronunciamento è venuto dal giudice Federale del Distretto meridionale di New York, John G. Koeltl, che ha respinto l’accusa del comitato nazionale del Partito democratico secondo cui Assange e Wikileaks avrebbero hackerato i computer del Partito democratico asportandone e diffondendo il contenuto di migliaia di e-mail. Secondo il giudice l’accusa è “in completo divorzio rispetto ai fatti”.
Non solo, ma visto l’”estremo interesse” pubblico del contenuto di quelle mail, ogni tentativo di impedirne la diffusione sarebbe da considerare come illegale e come una “violazione del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America”.
Fonte: Pandora Tv