I pubblici ministeri della procura di Torino Valerio Longi e Stefano Castellani hanno chiuso, lo scorso 13 marzo, l’inchiesta “Egomnia” sullo scambio elettorale politico-mafioso in Valle d’Aosta. Otto gli indagati: gli ex presidenti della Regione Antonio Fosson e Renzo Testolin, gli ex assessori regionali Stefano Borrello e Laurent Vierin, l’ex consigliere regionale Luca Bianchi, il ristoratore Antonio Raso, Roberto Di Donato e Alessandro Giachino. L’inchiesta – condotta dalla Dda di Torino e dai carabinieri di Aosta – riguarda il presunto sostegno della ‘locale’ di Aosta ad alcuni candidati autonomisti durante le elezioni regionali del 2018.
Sia Renzo Testolin sia Laurent Viérin sono indagati per concorso in scambio elettorale politico mafioso alle elezioni regionali del 2018 con Roberto Alex Di Donato (l’estate scorsa condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi di reclusione nel processo Geenna su una presunta locale di ‘Ndrangheta ad Aosta) e Alessandro Giachino (condannato a 11 anni). Secondo la Dda di Torino, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Reparto operativo di Aosta, ognuno dei due ex presidenti della Regione Valle d’Aosta ha accettato la “promessa di procurare voti” dei due presunti ‘ndranghetisti, in cambio “della promessa di agevolarli nei rapporti con l’attività amministrativa della Regione Valle d’Aosta, con particolare riguardo alla soluzione dei problemi legati all’esecuzione di appalti e lavori nel settore dell’edilizia privata, all’ottenimento di lavori pubblici per ditte e società riconducibili ad appartenenti” alla ‘Ndrangheta “o a persone ad essi vicine”.
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Nei confronti dell’ex presidente della Regione Antonio Fosson l’accusa è analoga, ma in concorso solo con Antonio Raso, ristoratore considerato tra i vertici della locale di ‘Ndrangheta di Aosta (condannato a 13 anni nel processo Geenna). Riguardo all’ex consigliere regionale Luca Bianchi e all’ex assessore alle Opere pubbliche Stefano Borrello – ciascuno indagato in concorso con Antonio Raso e Alessandro Giachino – l’accusa si limita ai voti in cambio della “promessa” di agevolazioni “nei rapporti con l’attività amministrativa della Regione Valle d’Aosta, con particolare riguardo alla soluzione dei problemi legati all’esecuzione di appalti e lavori nel settore dell’edilizia privata”. L’inchiesta Egomnia sulle regionali del 2018 è nata dall’operazione Geenna, che invece aveva riguardato l’epoca delle elezioni comunali del 2015, ad Aosta e Saint-Pierre (comune poi commissariato per infiltrazioni mafiose). Era stato lo stesso tribunale di Aosta, con le motivazioni della sentenza di primo grado su Geenna, a trasmettere gli atti del processo alla procura di Torino, che già aveva aperto un fascicolo.
Tratto da: Antimafiaduemila
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