Certamente è apprezzabile che il Governo immetta ingenti risorse per sostenere la ripresa dopo una crisi, anche economica, più o meno senza precedenti. Ma deve essere chiara una cosa: non li troveremo sugli alberi ma li pagheremo noi. Tutti noi, compresi i bambini appena nati e quelli che ancora dobbiamo far nascere, direttamente con un fardello di debito. Naturalmente coloro che pagano e pagheranno le tasse perché gli altri sono come quelli che dopo il caffè vanno il bagno e escono dalla finestra.
Ora, è chiaro che la strada del debito, per noi già molto pesante, non pare avere grosse alternative, ma oltre che ai “nordici” anche a noi dovrebbe interessare avere garanzie su come verranno spesi e a chi verranno attribuiti. In sostanza abbiamo capito chi paga il conto: tutti noi (quelli che non scappano dalla finestra del bagno) ma non chi mangia. E ci scoccerebbe molto che avendo appena scartato i grissini ci vedessimo a condividere il conto di quelli che si sono divorati il plateau royal di ostriche, aragosta e crostacei vari.
Forti preoccupazioni ci vengono dal passato, che ci racconta di ruberie e speculazioni ai danni, ad esempio, dei poveri terremotati e di tutti noi che abbiamo sostenuto le spese. E forti preoccupazioni ci vengono anche dalle solite dichiarazioni a favore della velocità, della necessità di avere meno regole per attribuire i fondi e addirittura per la necessità di riformare la #Costituzione (!) per fare prima.
Ora, ho già detto che la Costituzione non c’entra nulla con la burocrazia talvolta eccessiva. Tirarla in ballo in questi termini indica, tra l’altro, un’incompetenza che mi spaventa molto se devo pensare che chi fa queste dichiarazioni possa avere un ruolo nelle decisioni da prendere. Dobbiamo anche riconoscere che talvolta le leggi (e solo le leggi, non la Costituzione) prevedono un eccesso di burocrazia che è nemica della corretta attribuzione delle risorse quanto l’eccessiva semplificazione. Però, mentre della necessità di ridurre la burocrazia tutti parlano (senza dirci esattamente cosa vorrebbero semplificare) dei rischi di una eccessiva semplificazione nessuno dice nulla. Il rischio che una semplificazione estrema delle procedure porta è che la selezione sui beneficiari delle risorse siano scelti per “simpatia” tra chi è più bravo a scivolare nei corridoi dei palazzi romani, chi ha più “amici” (nel senso di cui ci parlava già Cicerone e non Facebook), più conventicole, logge o club esclusivi (ma in realtà solo escludenti) da frequentare.
Stiamo attenti: il conto lo paghiamo noi e vogliamo sapere cosa, come e CHI mangia. A volte pagare può fare anche piacere ma senza assegni in bianco.
Andrea Pertici
Professore ordinario di Diritto Costituzionale Università di Pisa
Fonte foto: Huffington post
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